Stasera sono andato al Palalottomatica, la mirabile costruzione ideata nel '56 da Marcello Piacentini e Pier Luigi Nervi, per assistere allo spettacolo "Reset" di Beppe Grillo. Entrato nel parcheggio del palazzetto un' autentica sorpresa: quattro vecchie grassone svolgevano l' infausta mansione di parcheggiatrici abusive. Solitamente tendo ad evitare i parcheggi custoditi da questi tristi figuri ma le quattro vecchie laide esercitavano un fascino troppo grande e, in ogni caso, non avrei potuto evitarle a meno di non parcheggiare ad Ostia. Sciatte, malvestite, una addirittura in ciabatte ( non sto mentendo ), ma estremamente ben nutrite, le quattro arpie ostentavano un notevole sprezzo del ridicolo, un lessico primordiale ed una arroganza senza pari. La più grassa di tutte, probabilmente la boss delle trucide, governava il traffico seduta su una sedia a rotelle, con un potente fischietto. Memorabili i suoi occhiali: sulle lenti si potevano distinguere con facilità cozze e frutti di mari. Noi facciamo i vaghi: "Ma che dobbiamo pagare il parcheggio?". Lei, ancora più vaga: "Al tuo buon cuore". Noi, vaghissimi, allunghiamo 1 euro e 40 e lei ci apostrofa con un miserabile :"Che me fai l' elemosina?". Brutta grassona di merda! Mi aspettavo come minimo un "te sgaro 'a panza", una ciabattata in faccia o un vigliacco ricamo sulla fiancata della mia macchina. Niente, un cazzo, il lavoro di parcheggiatore abusivo non si inventa dall' oggi al domani, non può essere svolto da dilettanti privi di una fedina penale lunga quanto un rotolo di carta da culo. Entro nel Palazzetto e, seconda sorpresa, finiamo qui:
Ma che cazzo di posto è? Quando, due mesi fa, abbiamo deciso di andare a vedere lo spettacolo di Beppe Grillo, ahimè, ci siamo dovuti accontentare di biglietti per il terzo anello non numerato. Il romano, si sa, è un vampiro assetato di show che assalta i botteghini e riempie persino i cinema che danno i film di Boldi e De Sica. Trovare un buon biglietto per eventi di questo tipo, quando si è distratti o, semplicemente, poco assatanati, è impresa improba. Ma che cazzo di posto è quello, Grillo? E' praticamente dietro il palcoscenico. Perché cazzo devo pagare il biglietto se poi devo guardare solo il maxischermo? E lo devo guardare da una posizione assurda, di lato. Qualsiasi organizzatore che non sia un criminale si accorgerebbe che quel settore va chiuso perché offre una visuale penosa. Ma come, Grillo il Santone, il protettore della gggente con tre g, il grande accusatore di ladri e farabutti, il vate del popolo degli indignati ci vede in quella posizione e non dice un cazzo? Ah no, una cosa la dice, ci saluta come "studenti che non hanno soldi". SBRUOTFL, vaffanculo! Dice una cosa divertente, il Signor Grillo, durante il suo show. Dice che il pubblico non deve ridere per le sue battute, perché i soggetti dei suoi monologhi sono sempre una supposta nel sedere della gggente ( non dice proprio così ma val la pena riassumere ). La gggente non deve ridere perché il culo è sempre lo stesso, cambiano solo i piselli. Mai mi sarei aspettato di ritrovarmi nel mio culetto scolpito nel marmo anche il pisello di Grillo. Io personalmente avevo già dovuto fare spazio per ospitare le verghe delle trucide. Quanto allo spettacolo, c' è poco da dire. La prima parte è stata effervescente e piena di brio: battute salaci e divertenti, una telefonata con Gino Strada, la confezione del martirio di Sircana e Prodi: un Grillo in grande splovero. La seconda parte è stata dedicata alla denuncia sociale, al feticcio Tronchetti Provera, all' esaltazione degli inquietanti gruppi Amici di Grillo che ricordano un po' la P2, ai soliti cavalli di battaglia ( l' energia, il trasporto, la connettività...). Dice cose giuste il Signor Grillo, magari farcite con qualche smargiassata e un po' di sana, immancabile demagogia, che tanto piace al popolo degli indignati. Ma vedere Grillo il Santone che infila il suo pisello nel culetto degli "studenti che non hanno soldi"...